La nuovissima legge sulle unioni civili e sulle coppie di fatto stava per introdurre per la prima volta in Italia l’assegno di mantenimento per il convivente. Il Disegno di Legge Cirinnà, infatti, prevedeva, all’art. 15, che “In caso di cessazione della convivenza di fatto, ove ricorrano i presupposti di cui all’articolo 156 del codice civile, il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente quanto necessario per il suo mantenimento per un periodo determinato in proporzione alla durata della convivenza.”

Al fine di giungere all’approvazione della Legge sulle Unioni Civili e sulle Coppie di Fatto, molte parti del DDL sono state tagliate e altre rimaneggiate, fra cui proprio quella relativa all’assegno di mantenimento per il convivente.

Allo stato attuale, la normativa prevede solamente il diritto agli alimenti del convivente, proporzionalmente alla durata della convivenza e comunque sulla base dei presupposti stabiliti dal Codice Civile.

E’ obbligatorio versare gli alimenti al convivente?

Chi decide se il convivente ha diritto agli alimenti?

Per stabilire il diritto agli alimenti del convivente è necessario ricorrere al Giudice il quale, dopo aver constatato i presupposti di legge, dispone il pagamento in favore del partner debole economicamente di un assegno alimentare.

Quando il convivente ha diritto agli alimenti?

Secondo le norme della promulganda legge sulle unioni civili e sulle unioni di fatto, sussiste il diritto del convivente o della convivente a ricevere un assegno alimentare qualora questa versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento.

mantenimento per il convivente - un aiuto economico

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Per quanto tempo bisogna versare gli alimenti?

L’assegno alimentare viene assegnato per un periodo proporzionale alla durata della convivenza e comunque nella misura di cui all’art. 438 c.c..

Cosa significa?

Significa che gli alimenti devono essere assegnati in proporzione del bisogno di chi li domanda e delle condizioni economiche di chi deve somministrarli. Non devono tuttavia superare quanto sia necessario per la vita dell’alimentando, avuto però riguardo alla sua posizione sociale.

Se il partner ha ancora i genitori in vita è necessario versare gli alimenti al convivente?

No, se questi sono in grado di provvedervi. Secondo l’art. 433 c.c. hanno l’obbligo di prestare gli alimenti, nell’ordine: il coniuge, i figli, anche adottivi, e, in loro mancanza, i discendenti prossimi, i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, gli adottanti, i generi e le nuore, il suocero e la suocera e, solo a questo punto il convivente, che viene prima dei fratelli e delle sorelle.

Attenzione: per valutare i presupposti il mantenimento del convivente, o meglio, per l’assegno alimentare a favore del convivente, è consigliabile un consulto con un avvocato matrimonialista. E’ possibile fissare un appuntamento con l’Avv. Stefano Molfino, avvocato matrimonialista con Studio in Milano, cliccando qui.