Molti genitori si chiedono come fare per annullare il tesseramento del figlio minorenne giocatore di calcio o di basket. Questo perché le società di calcio e basket sono affiliate a Federazioni (FIGC e FIP) che prevedono, nei propri regolamenti e statuti, un vincolo pluriennale cui il minorenne si vincola all’atto del tesseramento.
Innanzitutto bisogna sottolineare che il minore, solitamente, non firma nulla. Sono i genitori che sottoscrivono il modulo di tesseramento, così da permettere al figlio di esercitare l’attività sportiva secondo le sue inclinazioni. Tali moduli, inoltre, non riportano quasi mai né l’espressa indicazione del vincolo pluriennale, né l’espressa accettazione da parte dei genitori del fatto che il figlio venga vincolato a quella determinata società per molti anni.
Quanto dura il vincolo di tesseramento che fanno sottoscrivere le società?
La durata del vincolo varia a seconda della Federazione di appartenenza della società sportiva: per la FIP il vincolo va dai 12 fino ai 21 anni, mentre per la FIGC il vincolo dura dai 14 fino ai 25 anni. Molte sono le censure che gli operatori del diritto hanno mosso alle citate Federazioni, dato che obbligare un minore a giocare per una squadra, senza che questo abbia la possibilità di cambiare, costituisce una illegittima limitazione all’esercizio della attività sportiva per un minorenne. Soprattutto quando il minore sia non un giocatore professionista, ma solo un giocatore dilettante.
Quindi, come fare per annullare il tesseramento del figlio minorenne giocatore di calcio?
Innanzitutto non è detto che debba essere pronunciato l’annullamento del tesseramento. Alcune Federazioni virtuose, come la FIPAV, ovverosia la Federazione Italiana Pallavolo, prevedono dei meccanismi interni che consentono lo svincolo di un giocatore minorenne da una società. FIGC e FIP, invece, prevedono ipotesi tassative di svincolo come ad esempio il mancato utilizzo del giocatore da parte della società, oppure il trasferimento di residenza dell’intero nucleo familiare.
E’ possibile acquistare il cartellino del proprio figlio?
Acquistare il cartellino del proprio figlio non solo non è una pratica prevista, ma è anche una pratica sanzionata dalle norme delle federazioni sportive. Si rischia, percorrendo questa strada, un procedimento sportivo con conseguenze sia dal punto di vista disciplinare, sia dal punto di vista economico.
La extrema ratio, infine, è il ricorso al Tribunale ordinario. Quando la società si opponga immotivatamente al trasferimento del giocatore ad un’altra società e la Federazione di appartenenza non preveda adeguate tutele per lo svincolo del minore, l’unica soluzione che hanno i genitori di un minore giocatore di calcio o di basket è quella di chiedere ad un Giudice statale di annullare il contratto di tesseramento del proprio figlio.
Sul punto, i Giudici negli ultimi anni si sono mostrati sensibili alle richieste di annullamento dei contratti con vincolo pluriennale dei minori giocatori dilettanti. Vengono in rilievo considerazioni che attengono non solo alle patologie contrattuali cui sarebbe affetto il modulo sottoscritto dai genitori, ma soprattutto al preminente interesse del minore, concetto che dovrebbe guidare ogni provvedimento giurisdizionale che coinvolga un soggetto minorenne, come peraltro sancito dall’art. 3 della Convenzione di New York sui Diritti del Fanciullo del 24 novembre 1989, ratificata dall’Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176.
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