Quali sono i requisiti per ottenere il permesso di soggiorno per attività sportiva di un giocatore extracomunitario?L’atleta che intenda esercitare la propria attività in Italia può usufruire di diversi visti o permessi di soggiorno a seconda della durata e del tipo di attività sportiva che debba espletare. Altre e più stringenti procedure, inoltre, sono previste per il permesso di soggiorno per un giocatore minorenne extracomunitario.
Il CONI ogni anno propone al Consiglio dei Ministri un limite massimo di ingressi di sportivi non appartenenti alla Unione Europea ed esercitanti attività agonistica di alto livello. Ad ogni Federazione vengono attribuite delle quote per il tesseramento di atleti extracomunitari e sulla base di queste le singole società possono chiedere il permesso di soggiorno per attività sportiva di cui necessitano.
Attenzione: il limite delle quote comprende sia gli atleti che effettuano il primo ingresso in Italia, sia gli atleti già presenti sul territorio nazionale con un regolare permesso di soggiorno solo per motivi sportivi, di lavoro, familiari (fatte salve le norme che regolano i vivai giovanili).
Bisogna sapere innanzitutto che non è possibile per l’atleta, entrato in Italia con un visto turistico o con un visto per gara sportiva, rimanere sul territorio dello Stato ed esercitare la professione di calciatore o di sportivo a titolo continuativo a favore di una Società Sportiva italiana. Qualora l’atleta decidesse di prolungare il proprio soggiorno oltre la durata del visto di ingresso, dovrà darne tempestiva comunicazione alla Questura territorialmente competente.
Nel caso si intenda tesserare un giocatore per un contratto sportivo continuativo e non per una singola gara, e comunque per attività di durata superiori a 90 giorni, è necessario richiedere un visto di ingresso per lavoro subordinato/sport o per attività sportiva dilettantistica.
Una società sportiva professionistica che intenda far sottoscrivere al giocatore extracomunitario un contratto di lavoro sportivo potrà richiedere un permesso di soggiorno per lavoro subordinato/sport formulando una proposta di contratto di soggiorno compilando l’apposito modello (Mod. SP) e una richiesta di dichiarazione nominativa d’assenso per lavoro subordinato/sport alla Federazione Sportiva Nazionale cui è affiliata, dandone comunicazione anche alla Questura competente che provvederà ad inviare il relativo Nulla Osta direttamente al CONI.
Secondo quanto riportato dal CONI, sarà poi la Federazione Sportiva Nazionale a trasmettere la proposta di contratto di soggiorno e la richiesta di dichiarazione nominativa d’assenso al lavoro subordinato/sport al CONI stesso. Quest’ultimo, effettuati i controlli di rito, anche sulla base delle quote di ingresso per i giocatori extracomunitari e acquisito il Nulla Osta della Questura, emetterà la “dichiarazione nominativa d’assenso” e la inoltrerà alle autorità preposte.
Grazie a tale procedura viene autorizzato l’ingresso sul suolo italiano del giocatore extracomunitario, il quale, all’ingresso in Italia e comunque non oltre gli 8 giorni dal suo ingresso dovrà presentarsi allo Sportello unico competente per sottoscrivere il contratto di soggiorno, richiedere il codice fiscale e il modulo relativo alla richiesta di permesso di soggiorno. La Società sportiva in questi casi è un vero e proprio datore di lavoro, pertanto dovrà assolvere gli obblighi riguardanti l’assunzione utilizzando il modello “UNILAV”.
Nel caso di una società sportiva dilettantistica che intende avvalersi delle prestazioni di un atleta extracomunitario, la procedura è simile a quella che deve svolgere la società professionistica per il permesso di soggiorno per attività sportiva giocatore extracomunitario, ma l’atleta non dovrà sottoscrivere un contratto di soggiorno poiché dovrà la società dilettantistica dovrà farsi carico di alloggio, assistenza, sostentamento e spese di rimpatrio.
Invece, per quanto riguarda il permesso di soggiorno per un giocatore minorenne che eserciti attività sportiva, la disciplina è data dal coordinamento fra la legislazione nazionale in tema di immigrazione, la normativa delle singole federazioni e quella delle federazioni internazionali. Qui un esempio relativo al tesseramento del minorenne extracomunitario nel calcio.
In tutto ciò dovrà tenersi in conto che la normativa italiana prevede che in ogni caso il minore non possa svolgere attività lavorativa prima di aver concluso il periodo d’istruzione obbligatoria e, comunque, non prima del compimento dei 15 anni.
Per una consulenza specifica e per assistenza legale sul permesso di soggiorno per attività sportiva giocatore extracomunitario è possibile contattare l’Avv. Stefano Molfino, avvocato esperto in diritto sportivo a Milano, cliccando qui.