Il Disegno di Legge Pillon, ora in discussione al Senato, è la riforma dell’affidamento condiviso che mira, fra l’altro, a modificare le norme in materia di affidamento dei figli, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità.

Il DDL è stato assegnato alla Commissione Giustizia al Senato. Le intenzioni sono le più lodevoli: de-giurisdizionalizzare e disincentivare il conflitto genitoriale, tutelare i minori dalle ingiustizie dell’attuale sistema giurisdizionale e lasciare ai Giudici solo una funzione residuale.

Il risultato, però, risulta troppo semplicistico per chi si occupa quotidianamente di questa materia. Da una prima lettura salta subito all’occhio la divisione forzatamente paritaria del minore con entrambi i genitori. Ecco uno stralcio del “nuovo” art. 337-ter. (Provvedimenti riguardo ai figli):

Qualora uno dei genitori ne faccia richiesta e non sussistano oggettivi elementi ostativi, il giudice assicura con idoneo provvedimento il diritto del minore di trascorrere tempi paritetici in ragione della metà del proprio tempo, compresi i pernottamenti, con ciascuno dei genitori. Salvo diverso accordo tra le parti, deve in ogni caso essere garantita alla prole la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre

Non può non venire dunque alla mente il “Giudizio di Salomone”. Riportiamo qui di seguito il testo biblico, per chi non lo conoscesse.

Un giorno vennero dal re due prostitute e si presentarono innanzi a lui. Una delle due disse: «Perdona, mio signore! Io e questa donna abitiamo nella stessa casa; io ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo il mio parto, anche questa donna ha partorito; noi stiamo insieme e non c’è nessun estraneo in casa fuori di noi due. Il figlio di questa donna è morto durante la notte, perché lei gli si era coricata sopra. Ella si è alzata nel cuore della notte, ha preso il mio figlio dal mio fianco, mentre la tua schiava dormiva, e se lo è messo in seno e sul mio seno ha messo il suo figlio morto. Al mattino mi sono alzata per allattare mio figlio, ma ecco, era morto. L’ho osservato bene al mattino; ecco, non era il figlio che avevo partorito io». L’altra donna disse: «Non è così! Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto».

Riforma dell'affidamento condiviso - il Disegno di Legge Pillon

Riforma dell’affidamento condiviso – il Disegno di Legge Pillon

E quella, al contrario, diceva: «Non è così! Quello morto è tuo figlio, il mio è quello vivo». Discutevano così alla presenza del re. Il re disse: «Costei dice: «Mio figlio è quello vivo, il tuo è quello morto», mentre quella dice: «Non è così! Tuo figlio è quello morto e il mio è quello vivo»». Allora il re ordinò: «Andate a prendermi una spada!». Portarono una spada davanti al re. Quindi il re aggiunse: «Tagliate in due il bambino vivo e datene una metà all’una e una metà all’altra». La donna il cui figlio era vivo si rivolse al re, poiché le sue viscere si erano commosse per il suo figlio, e disse: «Perdona, mio signore! Date a lei il bimbo vivo; non dovete farlo morire!». L’altra disse: «Non sia né mio né tuo; tagliate!». Presa la parola, il re disse: «Date alla prima il bimbo vivo; non dovete farlo morire. Quella è sua madre»”.

Riforma dell’affidamento condiviso – Affido condiviso e tempi paritari

Insomma, più che tutelare i diritti dei minori, sembra che questa riforma dell’affidamento condiviso voglia soddisfare gli interessi degli adulti. Si pensi anche alla eliminazione dell’assegno di mantenimento per la prole.

Il giudice stabilisce, ove strettamente necessario e solo in via residuale, la corresponsione a carico di uno dei genitori, di un assegno periodico per un tempo determinato in favore dell’altro a titolo di contributo al mantenimento del figlio minore”.

Come se oggi i Giudici “godessero” nell’ordinare a un genitore di versare un contributo al mantenimento della prole. In realtà, come già spiegato in altro breve contributo (clicca qui per leggere) le norme ci sono già. Molti Giudici le applicano, altri, invece, dovrebbero applicarle. Il vero problema è semmai nella necessità di introdurre figure di Giudici Specializzati. Questa sì che sarebbe una giusta riforma dell’affidamento condiviso.

Così come previsto dalle Convenzioni Internazionali di cui anche l’Italia è firmataria, è lo Stato che deve assicurare la protezione dei minori. Come sta accadendo per gli avvocati, con una riforma che è stata voluta anche dal Ministero della Giustizia, così deve accadere anche e soprattutto per i Giudici, a tutela dell’unico soggetto del conflitto genitoriale che deve essere protetto: il minore.

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