Se un genitore dona soldi a un solo figlio può violare i diritti ereditari del fratello. Si pensi al seguente caso: un genitore dona dei soldi a un figlio per comprare un immobile. In seguito, alla morte del genitore, il fratello scopre che il genitore gli ha lasciato ben poco. In tali ipotesi, occorre chiedersi se la donazione di soldi da parte del genitore abbia effettivamente leso la quota di legittima del fratello. Già in un altro articolo abbiamo visto che non è possibile diseredare un figlio, se non con i requisiti di legge. Vediamo dunque quale tutela abbia il figlio, estromesso dall’eredità a seguito di donazioni al fratello.
Ai sensi degli articoli 533 e seguenti del Codice Civile, qualora un soggetto alla sua morte lasci due o più figli senza coniuge, ai figli spetta loro, proporzionalmente, una quota pari a 2/3 della massa ereditaria, mentre la quota disponibile è pari 1/3 della massa.
Riprendiamo l’esempio sopraindicato. Poniamo il caso che Tizio il genitore muoia lasciando due figli, Caio e Sempronio. Tizio, in vita, ha regalato a Caio 300.000 euro per comprarsi una casa, e nulla a Sempronio. Quando muore Tizio, Sempronio scopre che il genitore non ha lasciato nulla in eredità. In questo caso, occorre effettuare la cosiddetta “riunione fittizia”. In sintesi, occorre verificare se il de cuius, nella fattispecie Tizio, in vita abbia leso la quota di legittima di Sempronio. Per fare questo occorre sommare il valore di tutti i beni del defunto esistenti al tempo della morte e, da questa massa, detrarre i debiti. Da questo valore ricavato, occorrerà sommare le donazioni effettuate in vita dal de cuius.
Nell’esempio appena citato, dalla riunione fittizia di 0 (patrimonio alla morte) + 300.000 (donazioni in vita) ricaveremmo il valore di 300.000. Tale somma andrebbe divisa secondo le quote che abbiamo riportato sopra. Per cui, 200.000 a Caio e Sempronio da dividersi fra loro e 100.000 come quota disponibile.
Cosa fare nel caso in cui un genitore dona soldi a un solo figlio? Nel caso sopra prospettato, Sempronio non riceverà nulla dall’eredità, per cui dovrà far valere i suoi diritti. Sempronio è il cosiddetto “pretermesso”, cioè colui che è escluso dall’eredità. Egli non dovrà accettare l’eredità con beneficio d’inventario, anche perché dall’eredità, vuota, non conseguirebbe alcunché.
Le soluzioni sono due:
* i fratelli trovano un accordo e, anziché andare in causa e sperperare inutilmente soldi, raggiungono una soluzione condivisa fra loro
* i fratelli non trovano un accordo e Sempronio deve agire in Tribunale esperendo la cosiddetta “azione di riduzione”
Attenzione: esiste una terza soluzione, per la quale un avvocato esperto in diritto delle successioni come l’avvocato Molfino può aiutarvi. La normativa oggi in vigore obbliga le parti ad effettuare la cosiddetta “mediazione obbligatoria”. Cosa significa? La mediazione obbliga le parti che vogliano ricorrere al Giudice a dover, previamente, tentare una soluzione pacifica dinanzi a un Mediatore. Ciò significa che, a prescindere dalle intenzioni bellicose di una o dell’altra parte, prima di andare dal Giudice occorrerà discuterne davanti al Mediatore. Solo in seguito sarà possibile ricorrere al Tribunale per risolvere la controversia.
Se un genitore dona soldi a un solo figlio è evidente che si è in presenza di un conflitto familiare. Un’assistenza legale altamente specializzata in materia di eredità in questi casi è altamente consigliata, anche per evitare, se possibile, contenziosi lunghi e farraginosi che non giovano a nessuno. Per fissare un appuntamento presso lo Studio dell’Avv. Stefano Molfino, esperto in diritto di famiglia e delle successioni, clicca qui.